Il mondo della Mixology è affascinante perché ha molte facce, moderne, cult, inventive, fusion e classiche. L’Harry’s Bar di Firenze è una sicurezza per i cultori del settore, è uno dei luoghi più classici che mantiene la tradizione sin da quando è stato aperto ormai nel lontano 1953.
Da allora sono cambiati poco sia l’arredamento che lo stile, impeccabile, con cui vengono proposti alcuni drink, esclusivi degli Harry’s Bar che si trovano sia a Parigi, a Venezia e a Firenze pur non avendo niente in comune con le relative proprietà.
Ogni Bar ha la sua specialità servita in un bicchiere speciale diverso dal solito. Per l’Harry’s Bar di Firenze la specialità è il Bellini rigorosamente preparato, non come fanno quasi tutti con succo di pesca, ma con purea di pesca fresca che fa decisamente la differenza.
Dopo aver ascoltato, curiosi, alcuni aneddoti sul locale e su come sia riuscito indenne, dopo 6o anni dall’apertura, a mantenere quel suo fascino trattando tutti i clienti, sia la personalità o la star famosa, il professionista abituè o l’uomo di passaggio con lo stesso garbo e cura, affinché ognuno si sentisse a suo agio e potesse, anche al bisogno, “sfogarsi” con il barman che con molto discrezione ascolta senza “sentire, vedere o parlare” come testimonia la statuetta delle tre scimmie sagge, e in ogni momento
passasse dei momenti piacevoli in modo da ricordare sempre l’Harry’s Bar Style.
I cocktail vengono tutti accompagnati, oltre che dalle più usuali patatine, olive e noccioline che stazionano perennemente rifornite sul bancone, da stuzzichini sfiziosi che arrivano dalla cucina, a noi sono toccati: crostini di pane integrale con fegato di maiale, cioccolato e marmellata di arance amare, mousse di baccalà e ratatouille di patate e polpo.
Iniziamo la degustazione veramente con un pezzo cult della storia dell’Harry’s Bar, il Godè Martini (gin o vodka a piacimento), un vero drink da intenditori. Praticamente gin o vodka allo stato puro serviti nell’esclusivo bicchierino ghiacciato con una spruzzata di Martini. Diciamo che, vista l’alta gradazione alcolica, è consigliabile prima consumare qualche stuzzichino ma è ottimo. Ricordiamo che l’Harry’s Bar è stato premiato, a livello mondiale, nella World Martini Cocktail Review.
Per conoscere le mode e le tendenze degli altri Harry’s Bar, Thomas ci ha preparato un French 75, il cocktail simbolo dell’Harrys Bar di Parigi. Un delicato e piacevole mix tra succo di limone, gin, cointreau e champagne, inventato ben nel 1925 dall’allora proprietario.
Viene servito con una palla di ghiaccio che ha riposato raccolta nella buccia di un limone svuotato e con una spruzzata di fiori edibili. Da non perdere!
È bello stare al bancone, vedere, chi viene chi va, già ci rendiamo conto dei clienti abituali. Sentiamo Thomas che, mentre prepara drinks per gli altri clienti, racconta che quattro anni fa ha avuto l’onore di servire, qui a Firenze, un Martini (agitato non mescolato) a Roger Moore in persona, lo 007 britannico per eccellenza. Thomas ha una grande esperienza e una grande passione, (sarà mica per il cognome che porta?) nata già da piccolo quando ammirava il padre che per 40 anni ha fatto lo stesso lavoro e lui, per se stesso, non ha mai immaginato niente di diverso. Una grande scuola comunque è stata per lui quella di Biagio Zecchinelli del Grand Hotel De La Minerve a Roma, poi approfondita frequentando i corsi Aibes. Altra esperienza molto utile per Thomas è stata quella a Cortina d’Ampezzo, con Ursula Chioma all’Hotel Cristallo. Poi finalmente è arrivato a Firenze ma nel suo percorso ha sempre cercato di mantenere uno stile molto classico cercando però di perfezionare le tecniche di miscelazione anche con l’ausilio di nuove attrezzature. Qui all’Harry’s, collabora direttamente con il direttore Roberto Focardi e, essendo il Bar Manager, prepara lui i cocktail ma tutti i camerieri sono barman, spesso preparati professionalmente dallo stesso Thomas e sono in grado, all’occorrenza di aiutarlo o di sostituirlo.
Ogni compleanno del locale viene creato un drink nuovo e l’Amerigo, ideato appunto quattro anni fa ne è un esempio. È molto piacevole e fresco, a base di vodka, ananas, salvia e vino bianco.
mentre proprio da pochi giorni, in occasione del lancio del libro sui 60 anni dell’Harry’s Bar, è nato il Florence 65, inconsueto e particolare di cui vi dico solo che troverete come ingrediente anche l’assenzio.
Comunque, a parte gli stuzzichini, l’Harry’s Bar, non è solo bar ma anche un ottimo ristorante, ma di questo magari ne parliamo un’altra volta.
Della serie “Cocktails a Firenze” sono stati pubblicati, incluso questo, anche altri articoli
- “Locale”
- “Rasputin”
- “Atrium Bar Four Season”
- “Harry’s Bar”
- “Se.Sto on Arno”
- “The Fusion Bar & Restaurant”
- “St. Regis Winter Garden Bar”
- “Hotel Plaza Lucchesi -Empireo”
- “Gurdulù”
- “Caffè Florian”
- “La Ménagère”
- “Ditta Artigianale Via dei Neri”
- “Bitter Bar”
- “Mad”
- “Gilò Pianobar”
- “Ditta Artigianale Oltrarno”
- “Rex Firenze”
- “O’Cafè – Golden View Open Bar”
- “I Cinque Sensi”
- “Vanilla Club”
- “Bistrot Cafè 19.26 “
- “Bar de L’O Hotel dell’Orologio”
- “Pool Bar Villa Cora”
- “Bibendum Bar Hotel Helvetia & Bristol”
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Contatti:
Harry’s Bar Firenze – Lungarno A. Vespucci 22/r – Firenze – Tel. +39 0552396700 – info@harrysbarfirenze.it
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Scritto da Marco Bechi +393394977937 mb@marcobechi.it