L'insegna di I'cche c'è c'è

A tavola da I’cchè c’è c’è Trattoria Fiorentina (anche solidale)

Ho avuto il piacere di conoscere Jacopo Trovatelli nell’occasione di un suo “giorno di gloria” durante il quale ritirava il  premio per “Il Menu del giorno” promosso dalla Biennale Enogastronomica (vedi qui) e mi colpito il suo grande entusiasmo, moderato solo dalla modestia, che metteva nel raccontare della sua attività alla quale è subentrato nelle competenze al suo patrigno Gino Noci nel 2013. Tutt’oggi, al bisogno, Gino, che rilevò la Trattoria nel 1989, dopo varie esperienza come Chef in tanti posti sia in Italia che all’estero, dà una mano specialmente al momento del pranzo elargendo sempre anche consigli e mettendo a disposizione la sua esperienza. In cucina oltre a Jacopo, che ha cercato, in piccola parte, di creare dei piatti “più moderni” ma che comunque si rifacessero all’idea della cucina classica, si trova da cinque anni anche il giovane Matteo Montefusco. All’interno della Trattoria c’è una grande armonia e serenità nel lavoro che viene trasmessa ai clienti che spesso, iniziando a frequentare il locale, diventano amici.

Jacopo Trovatelli, Gino Noci e Matteo Montefusco
Jacopo Trovatelli, Gino Noci e Matteo Montefusco

I’cche c’é c’é è a due passi da Santa Croce e due da Piazza Signoria ma si trova in una piccola strada (Via de’ Magalotti)  che è perpendicolare a quelle che sono le “arterie” di traffico turistico Borgo De’ Greci e Via dè Neri per cui bisogna andarci apposta a cercarla e così io ho fatto.

L'ingresso di I'chhe c'è c'è
L’ingresso di I’cche c’è c’è

Dalla strada si vede subito che stiamo per entrare in un tipico locale fiorentino, è un pò vecchio stile ma ordinato e allegro, più che tutto reso allegro dalla cordialità di Samantha Merico, che da due anni lavora in sala e da quella di Jacopo e di Gino che accolgono ogni avventore con un sorriso.

Jacopo Trovatelli, Gino Noci, Matteo Montefusco e Samantha Merico
Jacopo Trovatelli, Gino Noci, Matteo Montefusco e Samantha Merico

La cucina è quella che Gino, ormai ultra settantenne, ha imparato nel corso della sua carriera ed è la stessa che ogni anno dal 1998, per quindici giorni, ogni gennaio, porta negli Stati Uniti, “manifestazioni di cucina con contaminazioni fiorentine in territorio americano”, così ama chiamarle lui.

Jacopo mi racconta che Gino, più da padre che da patrigno gli ha sempre insegnato che “Se ottieni qualcosa, anche inaspettata, fai qualcosa e aiuta qualcuno” e così lui ha avuto un’idea. E’ rimasto talmente colpito dalla vincita del premio, della Biennale, che ha deciso, per l’antivigilia di Natale il 23 a pranzo di ospitare, in accordo con la Caritas,  40 persone bisognose da loro selezionate a cui ha offerto il pranzo con un menu sostanzioso, (affettati misti e crostini toscani, tortellini al ragù di carne, penne ai carciofi, peposo di manzo all’Imprenetina, pandoro, panettone, vino, spumante e caffè) per dare un pò di sollievo almeno al corpo di chi è meno fortunato di lui.

Il momento del pranzo
Il momento del pranzo

Una scelta degna di rilievo perché, oggi come oggi, è sempre più difficile trovare chi pensa agli altri piuttosto che a se stessi.

Comunque io ho assaggiato alcuni piatti e devo dire che sono tutti veramente interessanti, buoni e per niente unti a tal punto che non ho avuto niente da ridire, (chi mi conosce sà quanto sia difficile questo).

Una cucina casalinga quasi espressa, se non per le preparazioni lunghe come i sughi, o l’ossobuco ecc,  che fa riapprezzare i gusti semplici preparati con ingredienti genuini.

Per antipasto ho assaggiato un gustoso tortino di cipolla di Tropea adagiato su una base anch’essa di cipolla.

Tortino di cipolla di Tropea
Tortino di cipolla di Tropea

poi un fantastico piatto di pasta e fagioli che aveva dell’incredibile, si veramente da leccarsi i baffi (con penne tagliate al coltello al momento invece della pasta corta e fagioli schiacciati nel tegame)

Pasta e fagioli
Pasta e fagioli

a seguire una tagliatella fresca di un laboratorio artigianale con un ragù di cinghiale, tagliato al coltello, saporito e gustoso al punto giusto

Tagliatella fresca al ragù di cinghiale
Tagliatella fresca al ragù di cinghiale

per secondo piatto un filetto di maiale impanato e cotto in padella presentato su fette di mela e con la base delle stesse cipolle di Tropea del tortino (Jacopo ci teneva a farmi assaggiare questo piatto, per cui ho fatto il bis di cipolle), con un perfetto equilibrio tra la carne rosata, il dolce aspro della mela e la salsa di cipolle, veramente molto buono

Filetto di maiale con mele e cipolle di Tropea
Filetto di maiale con mele e cipolle di Tropea

e per concludere una crostata di mele e marmellata di fichi, appena sfornata che era anch’essa deliziosa

Crostata di mele con marmellata di fichi
Crostata di mele con marmellata di fichi

Sono rimasto molto soddisfatto di questi sapori genuini e casalinghi (ma oggi a casa chi li fa più?) e faccio i mie complimenti a Jacopo, a Matteo e non per ultimo, ma per primo, a Gino che ha saputo insegnare e tramandare il suo sapere.

Per fine gennaio 2017, sabato 28 a pranzo, per un “Buon prencipio”  con sobrietà, organizzerò qui qualcosa, tanto per farvi conoscere questa piccola realtà fiorentina e vi dico che ne vale la pena davvero, naturalmente ci sarà anche una azienda vitivinicola del territorio. State all’ertà vi manderò il programma dopo le feste ma intanto fidatevi e prenotate, I’cche c’è c’è non è troppo grande.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Contatti:

Trattoria I’cche c’è c’è Via Magalotti, 11/r Firenze Tel. 055216589 

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Scritto da Marco Bechi +393394977937 mb@marcobechi.it