(Tutte le foto dell’articolo sono di Alireza Mohtashami)
Ciblèo, una idea geniale
Il mondo Cibrèo grazie a Fabio Picchi, suo ideatore, è costellato in Firenze di una miriade di realtà dal Cibrèo Caffè, al Circolo del Sale, alla Trattoria Cibrèo, al Ristorante Cibrèo sino a quando non si è aggiunto il Ciblèo, una idea geniale nata nel 2017.
Perchè Ciblèo?
Un gioco di parole nato da Cibrèo ma trattandosi di un locale in stile kaiseki dal sapore orientale, intimo e accogliente, con una proposta culinaria raffinata ed unica nel suo genere, ottenuta mescolando assieme la cucina toscana, giapponese, coreana e cinese l’idea è stata di chiamarlo Ciblèo.
Il nome è stato volutamente, ironicamente e consapevolmente scelto proprio dallo Chef Giapponese Ryo Maeizumi sulla scia di qualche divertente momento con Fabio che lo volle con sé, in questa sua nuova avventura sin dall’inizio.
Nato nel 1985 a Tokyo, Ryo si appassiona alla cucina perché, contrariamente a come avviene di solito, non viene ispirato dalla cucina della mamma!
Inizia a cucinare a 18 anni in un ristorante di cucina tradizionale giapponese ma vuole esplorare di più e lascia il Giappone per approdare a Londra dove scopre la pizza e si appassiona alla cucina Italiana che lo emoziona.
Torna quindi a Tokyo per iniziare a lavorare in un ristorante di cucina italiana e toscana.
Dopo circa sette anni decide di seguire il suo sogno e si trasferisce in Italia, a Firenze, dove però non conosce molto dei ristoranti locali.
Inizia quindi a sfogliare le guide locali e nazionali e scopre il Cibrèo e Fabio Picchi a cui ogni tanto porta dei piatti da assaggiare.
Fabio apprezza ed introduce Ryo ad uno stage al Teatro del Sale per poi farlo passare al Cibrèo Caffè proprio mentre Fabio inizia a progettare l’avventura che diventerà Ciblèo.
Molti degli chef sono curiosi di sapere chi affiancherà la chef coreana scelta da Fabio in questo nuovo ristorante orientale ma Ryo viene chiamato subito a ricoprire il ruolo di sous chef.
È Ryo stesso a scegliere l’ironico nome del ristorante ed oggi continua a collaborare fattivamente con Giulio Picchi.
Dopo solo due anni diventa titolare della cucina e nel 2019 è Resident Chef del Ciblèo portando al successo tanto che nel 2020 viene premiato come miglior ristorante etnico d’italia dalla guida de L’Espresso.
L’estetica
L’ambiente molto piccolo, ricavato rubando spazio al confinante ristorante Cibrèo, ha una connotazione al di fuori dei canoni estetici fiorentini ne tanto meno assomiglia alla miriade di posti pseudo orientali costellati da dragoni o suppellettili in ceramica.
È un luogo abbastanza serioso nei toni caldi del legno ed ha una forma assolutamente inconsueta, allungata e stretta dove trovano posto davvero pochi tavoli ed gli otto posti, più ambiti, sono quelli sul bancone dove si possono seguire le fasi della preparazione dei cibi in diretta.
Tutto è essenziale e intimo, lontano da quell’immaginario europeo del ristorante giapponese e le pietanze proposte sono un’abbondanza di zuppe come avviene nella cucina di casa e il Baozi con Maiale Brado e Ikkeciappe, il Tofu Marinato al Sesamo, gli Udon alla Giapponese, i Gyoza o il Pesce di Ryo.
La nostra cena
A preparare la nostra cena sono stati Zie Coulibaly Sous Chef con l’aiuto di Junbyung Chae
Una cena gradevolissima ed inconsueta composta da un percorso degustazione da sette portate
Pesce fritto macerato con aceto di riso – Lampredotto cotto al Miso – YASAI NO AGEBIDASHI Verdura di Stagione con Brodo Dashi e CHAWANMUSHI – Sformatino di Uova alla Giapponese
Sashimi di Tonno, fresco e appetitoso.
SAKANA NO TATSUTAAGE – Pesce Fritto del Ciblèo, una golosa croccantezza dovuta alla speciale pastella. Leggero e saporito.
YAKIZAKANA – Pesce alla Griglia, i delicati toni dei funghi ben si sposano con il pesce cotto sulla pelle croccante.
ROASTBEEF SAND – Pan Brioche Tostato con Roastbeef e Salsa Orientale, un panino alternativo curioso e appetitoso.
BUTA NO SHOUGAYAKI – Scamerita e Cipolla Scottata con Salsa allo Zenzero, la chiusura della cena, abbinata al riso, completa il percorso regalandoci sapori nuovi.
CREMA BAVARESE ALLA VANIGLIA CON CARAMELLO E SOIA, semplice ma piacevole nel gusto.
Ha accompagnato la nostra divertente cena una selezione di Sake.
Una esperienza al di fuori del tempo e del luogo, profumi orientali, ingredienti fiorentini, volti gentili del paese del Sol Levante e fuori i rumori di Sant’Ambrogio, una cena divertente ed emozionante grazie anche al delizioso servizio.
La cena ci è stata servita infatti dalla dolce persona di Kaori Shimmura.
Una esperienza da provare!
Via Andrea del Verrocchio, 2r, Firenze
© Tutte le foto dell’articolo, se non diversamente indicato, sono scattate da Alireza Mohtashami ed hanno copyright by marcobechi.it
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