Il mondo del vino si confronta con il metaverso e l’NFT, è il caso di Paraschos Kai 2017

Il mondo del vino si confronta con il metaverso e l’NFT, è il caso di Paraschos Kai 2017

Siamo in un mondo sempre più virtuale fatto di criptovalute e anche il mondo del vino si confronta con il metaverso e l’NFT, è il caso di Paraschos Kai 2017.

Prima parliamo del vino, l’azienda viene fondata nel 1998 da Evangelos Paraschos, di origine greca, viticoltore a San Floriano dal 1979.

Dal 2003, l’anno di produzione del Kai,  anche in cantina non viene utilizzato più alcun mezzo chimico.

Il Kai nasce dalla vigna ai piedi del Monte Calvario, a cavallo del comune di San Floriano del Collio e la frazione Lucinico nel comune di Gorizia su terreni di arenarie miste ad argille.

Esposto a Est – Sud Est rimane protetto dai venti della bora e matura senza difficoltà i suoi grappoli.

L’impianto delle viti risale al 1936 con viti innestate per selezione massale da vigne antiche della zona del Ramandolo.

Nel periodo dell’impianto i trattori utilizzati erano molto larghi e l’appezzamento in questione, essendo in pendenza, è stato preparato per essere lavorato a cavallo.

Gran parte dei lavori ancora oggi, vengono eseguiti manualmente essendo i filari molto stretti.

Nel 2017 a metà settembre a vendemmia iniziata, una forte perturbazione veniva prevista, ed è effettivamente durata quasi tre settimane con pioggia forte ininterrotta.

Il raccolto sarebbe stato per buona parte distrutto.

Non tutte le uve di friulano erano abbastanza mature in quel venerdì 15 settembre 2017, allora la famiglia Paraschos ha deciso di selezionare, pianta per pianta, i grappoli più maturi.

Ne hanno raccolto 38 cassette che hanno alla fine prodotto 500 litri puliti di vino.

La fermentazione è stata svolta spontaneamente da lieviti indigeni.

Per preservare la finezza hanno optato per l’utilizzo di solo mosto fiore senza pressatura.

Dopo due anni di affinamento in tonneau di rovere francese sempre sul proprio lievito fine il vino è stato imbottigliato a caduta senza filtrazione dando alla luce in totale 666 bottiglie.

Le opere NFT

Le prime sei opere NFT (disponibili dal prossimo 7 aprile) disegnate dall’artista Giulia Maruzzelli, sono collegati al Kai 2017 che rilascerà su mercato, attraverso altri canali, altre 660 delle 666 bottiglie totali.

 

Ma chi si occupa di tutto questo?

Exportiamoli, di Chris Cocca, a Milano dal 2018, ha ideato un supporto per le aziende vitivinicole che vogliono  avventurarsi in questa nuova dimensione.

Nel momento in cui i Non Fungible Token  (NFT) stanno avendo il loro momento d’oro bisogna muoversi nel metaverso.

Exportiamoli sta lanciando Pop Grape Club, una collezione di 300 immagini associate ad altrettante bottiglie pregiate ed uniche, create su rete Ethereum.

Pop Grape Club ed i produttori di vino che vi aderiscono danno la possibilità a chi, appassionati del futuro e di virtuale, di crearsi e partecipare ad eventi esclusivi nel metaverso.

Nel secondo semestre del 2021 i NFT hanno generato un volume di contrattazioni di circa 6 miliardi solo sulla rete Ethereum (+656% rispetto al semestre precedente).

Nel mondo digitale il 76% dei volumi di compravendita riguarda oggetti collezionabili.

Il progetto NFT su Exportiamoli si inserisce in una categoria partner del mondo del vino italiano interconnesso tra tecnologia all’avanguardia, arte e vino.

È un mondo nuovo e un pò difficile ma non per chi se ne occupa in prima persona.

Con l’adozione diffusa del settore prevista entro il 2023, la tecnologia blockchain ha il potenziale per creare, insieme ai metaversi decentralizzati, una nuova economia che spingerà il vino ai confini tra il mondo fisico e quello virtuale.
Il team assiste le aziende vinicole italiane in tre diverse aree geografiche come APAC, PECO e Medio Oriente, lavorando come parte di una rete internazionale integrata di appassionati per fornire risposte rapide ed efficaci.
Che dite vi ha appassionato l’argomento?

Exportiamoli

info@exportiamoli.it


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