Scagli la prima pietra chi non ha mai mangiato in vita sua ad un ristorante cinese o orientale. Ce ne sono centinaia, specialmente a Firenze, di tutti i tipi e provenienza, fusion, all can you eat, semplici, ricercati ma per quanto si voglia cercare l’eccellenza, non si trova quasi mai e tutti navigano in maniera omogenea a filo d’acqua dibattendosi tra flutti di salsa di soia e glutammato che, quando non fanno male, esaltano ma appiattiscono i sapori e li coprono visto che purtroppo la qualità degli alimenti usati in queste categorie di ristoranti è di bassissimo livello, qualità  e conseguente prezzo per rimanere competitivi.

Vicino a Piazza Ferrucci, zona sempre più emergente per una offerta di qualità che ospita già pasticcerie importanti, negozi e altri ristoranti di livello, da maggio 2016 ha trovato giusta collocazione il Fulin. L’idea di Stefano Dai e Francesco Han, giovani imprenditori cinesi di terza generazione già esperti di ristorazione a Prato, ha incontrato subito i favori del proprietario della palazzina ottocentesca dove si sviluppa il locale, il conosciuto fotografo Gianni Ugolini e grazie al suo estro creativo  è nato il Fulin. Il ristorante è impreziosito da dettagli ricercati nell’arredamento e le materie prime sono quelle toscane o italiane, dalla carne al pesce fresco fino alle verdure dell’orto in un incontro di sapori d’Oriente. Bella e importante la cantina con ottime proposte di vini e champagne.

Fulin è diverso, è unico, una vera esperienza di cucina cinese di lusso che usa ingredienti freschi e dove le nove persone che lavorano dietro le quinte preparano tutto espresso per ogni singola comanda. Non ci sono dunque involtini primavera, nuvolette di drago, riso cantonese o ravioli surgelati ma, come già detto, solo proposte e ricette originali con ingredienti freschi proposte dallo chef e dal suo staff nel menu che include una vasta gamma di scelta anche per vegetariani. Inutile dire che la scelta di Stefano e Francesco è stata coraggiosa perché il livello di offerta molto alto prevede enormi costi gestionali e di materie prime e dunque è normale che non si tratti di un ristorante economico. Io sono del parere che è meglio appagarsi a tavola magari una volta di meno ma con qualità piuttosto che spesso ma senza criterio.

Ero con un gruppo di amici e, con loro, ho fatto un menu degustazione che vi racconto e che mi ha lasciato, a dir poco, esterefatto. Non credevo che potesse esistere da noi un tipo di cucina cinese così ricercata e raffinata.

Una vera esperienza gourmet.

Abbiamo iniziato da un paio di cocktail preparati da Gianny, il primo un Asian Mist Rivisitato con Grappa alla prugna e ribes a decorare

e poi il secondo, un Cocktail Martini Lichee a base di te Lichee e vodka.

Poi abbiamo fatto una visita del ristorante, strutturato su due piani dove il piano basso è in un’unica sala con il bar vicino all’ingresso

mentre il piano superiore è diviso in tante zone più private

in cui si possono anche effettuare cene a gruppetti

ed esiste anche una sala privata per cene di lavoro. Nel periodo estivo è in funzione, solo per un numero molto limitato di persone, anche il porticato toscano che, sorprendentemente, volge lo sguardo verso piazzale Michelangelo e su una Firenze nascosta, fatta di villette, giardini e spazi verdi molto piacevoli di cui non si penserebbe l’esistenza.

Ci siamo accomodati ai tavoli sobri ed eleganti

e abbiamo iniziato il nostro percorso gourmet con una carrellata di proposte ideate per noi direttamente da Stefano con:

Erano piatti tutti buonissimi dai sapori tenui all’inizio e che si sono sviluppati in un gradevole e equilibrato crescendo di aromaticità e carattere.

Non è facile descriverli, l’unica cosa da fare è andare a provarli di persona e, mi sa tanto, che molto presto avrò il piacere di farvi da guida in un percorso degustativo non così articolato perché sarebbe impossibile ma indubbiamente sarà con qualche portata in meno ma di livello altissimo magari accompagnato con i vini di una azienda della nostra costa.

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