Trattoria il Cibrèo detta il Cibrèino

L’aria retrò della Trattoria Cibrèo

Trattoria il Cibrèo detta il Cibrèino
Trattoria il Cibrèo detta il Cibrèino

Vi capita mai di voler fare una cosa ma anche con i più buoni propositi  non riuscite a farla?

Sarà che io sono sempre preso tra tante idee a me dunque  capita spesso. Una delle tante che non riuscivo a fare era quella di mangiare dal Picchi a Firenze.

Ho consultato più volte la guida Osterie d’Italia di Slow Food e letto articoli vari, ma ogni volta non riuscivo ad andarci di persona per le interminabili code di avventori provenienti da ogni parte del mondo.

L’altra sera, in una delle escursioni fiorentine, per caso, passeggiando  in via dei Macci per tornare al parcheggio, mi sono trovato senza pensarci di fronte all’ingresso del Cibrèo e….magicamente mi è tornato in mente il vecchio proposito.

Erano una decina di minuti prima delle 20.00, non c’era nessuno fuori. Ho preso la palla al balzo e ho fatto capolino per informarmi se vi fosse un tavolo per due.  La risposta del cortese personale è stata immediata “Un attimo, due signori si stanno alzando e potrete accomodarvi”. Non mi aspettavo tanta fortuna, a volte le cose capitano proprio senza volerle. Da lì a poco abbiamo varcato la soglia che ci permetteva di entrare in quel locale tanto agognato, abbastanza piccolo ma dalla fama molto grande.

Per chi non conosce il Cibrèo bisogna precisare che esiste una storia su questo e su ciò che ci ruota intorno. Tante attività….. ognuna con una vita sua ma tutte concatenate alle altre dall’anima del loro creatore Fabio Picchi. Non stà a me parlarvi di questo potrete vederlo qui!

Io mi limiterò a parlare delle mie impressioni sul locale e su quello che abbiamo assaggiato.

Ci siamo accomodati nell’unico tavolo vuoto, al centro della sala, era rotondo e di foggia antica. Sono convinto che se potesse parlare sugli avventori che hanno “approfittato” di lui continuerebbe per giorni peggio di una massaia al mercato. Potrebbe raccontare di gente scorbutica, allegra, di coppiette, di bambini che hanno avuto l’opportunità di assaporare i gustosi piatti, le ribollite, gli stracotti  nel corso di almeno una trentina d’anni.

Il consunto pavimento in legno sul quale fanno capolino strati di vernice di tempi immemorabili ne è testimone.
Il Cibrèino è sempre pieno, poco più di 30 persone contemporaneamente hanno la possibilità di assaporare “i piatti”  che cambiano ogni giorno.

Bisogna dire che la clientela è per lo più straniera e lo Staff si difende benissimo spiegando ora una “minestra di pane” in inglese o  “uno stracotto” in giapponese o in altre lingue conosciute pur di accontentare gli avventori.

Quando viene il nostro turno per la “comanda” uno sgabello o una delle rare sedie rimasta libera viene usata da chi, per mettersi a “nostro pari”, scrive l’ordine ma prima ci racconta per filo e per segno, dall’antipasto al dolce, tutte ma proprio tutte le portate con qualche accenno anche su come vengono eseguite.

Non mi è mai successo da altre parti di avere una spiegazione così esauriente su quello che ci apprestavamo ad ordinare e lo stessa pazienza e tempo è stato dedicato a tutti gli ospiti. Una accoglienza perfetta!

Noi eravamo in due e abbiamo volutamente preso cose diverse per avere un’idea più ampia. Le porzioni, ci è stato anticipato, sarebbero state piuttosto piccole e per mangiare sarebbe stato necessario  prendere almeno tre piatti.

Abbiamo iniziato con l’antipasto: Crostini di pane con patè di fegatini, una interpretazione moderna e gustosa della tradizionale ricetta toscana e poi una insalatina di trippa condita e insaporita in maniera veramente insolita

Patè di fegatini
Patè di fegatini
Insalata di trippa di Vitello
Insalata di trippa di Vitello

poi con i primi abbiamo assaggiato la minestra di pane, una interpretazione molto personale caratterizzata dai forti profumi e sapori di erbe e lunghe cotture e poi lo sformato di bietole e ricotta adagiato su una salsa leggera di pomodoro e contornata da sbuffi di Parmigiano grattugiato che ricordava molto   il sapore di malfatti o il ripieno di tortelli

La minestra di pane
La minestra di pane
Sformato di bietola e ricotta
Sformato di bietola e ricotta

poi, dopo una discreta attesa, con continua fila all’ingresso la scelta è andata sullo stracotto alla fiorentina, un manzo  cotto per cinque / sei ore . Un tripudio di sapori antichi!

Stracotto alla Fiorentina
Stracotto alla Fiorentina

con contorno di patate cotte nel suo sugo

Le patate dello stracotto
Le patate dello stracotto

e poi una interpretazione più moderna e forse di origine piemontese, un polpettone ottenuto da carni macinate e sapientemente confezionate con pistacchi prima della bollitura servito con una sapida maionese fatta in casa dagli spiccati sentori di limone

Polpettone con la maionese
Polpettone con la maionese

e il contorno composto da semplici e buoni ceci bolliti e conditi

Ceci
Semplicemente .....Ceci

Alla fine abbiamo deciso di non prendere il dolce più che tutto per non dimenticare subito questi sapori forti e caratteristici della nostra cucina toscana.

Abbiamo speso in due, con 2 antipasti 14.00, più 2 primi a 14.00€ e due secondi a 28.00€, poi un bicchiere di vino 4,00€ e un’acqua 2.00. Totale 62.00

Onore a chi ha cucinato ma molto onore va alla scelta degli ingredienti con cui i piatti sono preparati e alle ricette che sono state proprio interpretate con “amore”

L'interno del Cibrèo
L'interno del Cibrèo

Questa aria retrò che si respira è solo un vanto per il Cibrèo.  Oggi troppi  locali sono “rifatti” ma  pochi sono originali. Viva la semplicità della toscanità vera, forse un pò rustica ma sincera come il vino sangiovese che ben si abbina ai piatti locali.

Cibrèo trattoria (detta il Cibrèino) Via de’ Macci, 122r Firenze

Marco Bechi mb@marcobechi.it +393394977937

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