Il Moro a Monza la magnifica espressione dei fratelli Butticè
[Tutte le foto dell’articolo sono di Alireza Mohtashami]
È bello uscire dalla Toscana per conoscere ed apprezzare altre realtà regionali e rappresentative di una terra come Il Moro a Monza la magnifica espressione dei fratelli Butticè che interpretano la cucina siciliana in Lombardia.
Il Moro nasce a Monza nel 1996 da una famiglia di importatori di pesce indo-pacifico ma solo dal 2007 è sotto la proprietà della famiglia Butticè.
La nascita de Il Moro
Vincenzo, il fratello più grande, proveniente dalla Valle D’Aosta, nel 2006 ha un trasferimento ad un istituto alberghiero in Brianza dove tutt’ora è titolare di cattedra.
Viene a sapere della disponibilità del ristorante sul mercato e, coinvolgendo il fratello minore Salvatore, il 4 Novembre del 2006 visitano la struttura sentendo subito entrambi una grande scarica emotiva per quel luogo.
Il Moro, a tutti i costi doveva diventare il loro ristorante!
L’apertura
Il 1 marzo 2007 hanno aperto Il Moro nella versione Butticè lasciando anche lo stesso nome vista l’assonanza genetica con la loro provenienza dalla Trinacria.
Da allora ad oggi è stata una continua evoluzione nella ricercatezza dei piatti e del livello del ristorante sino al 2015 in cui c’è stata proprio la trasformazione in ristorante gourmet.
L’ingresso della sorella Antonella, anche lei docente all’alberghiero, la ristrutturazione del locale, la frequentazione a continui corsi, stage e master, creano l’attuale fisionomia del Moro.
La filosofia della famiglia Butticè
“La filosofia del Moro è quella di fidelizzare le nostre risorse umane per dare un servizio e un’immagine univoca e perfetta ai nostri ospiti perché prima del fare c’è l’essere e dunque solo se condividiamo certi valori possiamo procedere insieme.
Il fare si impara, l’essere se non lo sei non lo diventi e far parte del gruppo con gli stessi intenti è fondamentale.”
La mission
Lo scopo del Moro è quello di raccontare una cucina siciliana elegante, sinuosa e non prettamente contadina con una carta che cambia ogni 45 giorni.
Ci sono nel menù piatti ricercati che sono preparati con ingredienti, tutti di alta qualità e di piccoli produttori, provenienti non solo dalla Sicilia ma anche da altre regioni.
La filosofia gastronomica del Moro è quella di far sempre emergere le qualità organolettiche degli ingredienti, di farle ben comprendere ma mai coprirle con le tecniche di preparazione che non devono essere mai invasive.
Tutti i piatti, pani, dolci e conserve sono prodotti in cucina con ingredienti, come le farine di grano, i pistacchi di Raffadali o l’olio evo, selezionate dalla famiglia, perché questo è il loro modo di essere.
Ecco la mia sintetica analisi complessiva ed oggettiva sul ristorante contestualizzandone la tipologia:
Ma veniamo ora al menù che abbiamo degustato.
Un inizio rustico ed inaspettato, il benvenuto con il pane cunzato, pane condito con le sarde, appetitoso e stimolante.
Una portata che in Sicilia unifica la persone non facendo differenze della stratificazione socio economica perché lo mangiano tutti.
A seguire lo sfincione, pane condito con pomodoro.
Entrée
Il vero inizio l’abbiamo con l’Ostrica sullo scoglio lavico, mandorla e caviale italiano.
Succulenta croccante, minerale, un viaggio da nord a sud in un boccone dove la mandorla tostata, in abbinamento all’ostrica, regala emozioni inconsuete e non convenzionali.
Un abbinamento geniale che apre un mondo alle papille gustative.
Ecco ora il Pane con farina rossa di Sicilia e brioche salate servito in una scatola riciclata e valorizzata con iniziale dorata de Il Moro.
Antipasto
A seguire il Polpo inbufalito, con sciroppo di peperoncino e crema di bufala su fondo di zucca gialla, semi di zucca e estratto di erba lassana dalle leggeri note amarostiche.
Un piatto dalla gradevole e pregevole presentazione in cui il fondo di crema di zucca arricchita del peperoncino accoglie il polpo tonico e saporito.
La bufala dolce e cremosa è guarnita con i semi di zucca, simbolo della socialità rurale.
(I semi di zucca sono in Sicilia il simbolo della socialità e venivano sempre consumati dalle donne quando si incontravano.)
La Parmigiana di melanzane con ricotta salata e basilico significa assaggiare la tradizione più innata della Sicilia.
Un’interpretazione moderna ma dai sapori canonici ci risveglia ricordi atavici legati al cibo di conforto in cui la melanzana la fa da padrona.
Primi piatti
Il Bottone Piemonte e Sicilia, riccio di mare e brodo di gallina piemontese.
Una presentazione apparentemente semplice, quasi essenziale e raffinata racchiude un guizzo di intensa sapidità data dal ripieno con il riccio di mare.
Un’esplosione di gusto nel palato.
Il Risotto, gambero di Sicilia e tartufo Irpino di Bagnoli è una pietanza che è una sinergia vincente di ingredienti, un’emozione continua ad ogni boccone.
La forte aromaticità di idrocarburi del tartufo, appena mescolato con il caldo risotto, si perde e sviluppa un forte gusto che in bocca provoca emozioni forti e persistenti, molto più di quello che ci si aspetta da questa tipologia di tartufi.
Se volessimo sempre mangiare un risotto al tartufo lo vorremmo sempre così!
Risotto, gambero di Sicilia e tartufo Irpino di Bagnoli
Il Pacchero con pesto di pistacchi di Raffadali e gambero di Mazara del Vallo rappresenta ancora una volta il meglio della Sicilia con quel tocco elegante del gambero convolato a giuste nozze con i pistacchi di Raffadali che da soli 7 mesi hanno avuto il riconoscimento della DOP.
[Pensate che in antichità da Raffadali le piante di pistacchi giunsero a Bronte dove sono diventati famosi ormai da tempo e ora finalmente c’è stato il riconoscimento legislativo anche per i pistacchi di Raffadali che comunque sono diversi anche per le tipologie dei terreni e le condizioni climatiche.]
Secondi piatti
Il Trancio di morone con carciofo e nella tartelletta quinto quarto del mormone è un piatto che racconta una storia.
Il filetto è passato alla griglia come il carciofo di cui alcune parti sono ridotte in crema e condiscono la tartelletta ripiena delle guance fegato e trippe del pesce.
Una proposta saporita ed eticamente corretta anti spreco, anche questa una delle prerogative de Il Moro.
La Guancia di vitellina podolica e tartufo Irpino di Bagnole con crema di cavolfiore e tartare di carota è preparata con una procedura che prevede una lunghissima cottura a bassa temperatura ed armonizzata dalla purea di patate e cavolfiore arrosto che si compenetra con il gustoso tartufo.
Un tocco di fresco accompagna la guancia con la tartare di carota.
Predessert
Riarmonizziamo il palato con il predessert, un Crumble al limone verdello di Sicilia e sorbetto di rabarbaro.
Delicatamente amarostico e fresco ripulisce la bocca in attesa del dessert.
Dessert
“Era la cassata” è il nome del dessert che rappresenta proprio il gusto e il sapore del più tradizionale dolce siciliano qui presentato in maniera destrutturata dimunendo la quantità di zuccheri ma non cambiando il sapore e aggiungendo un sorbetto alle mandorle al posto del marzapane.
Un assaggio full immersion della Sicilia con uno dei sapori più tradizionali dalla delicata dolcezza impareggiabile.
Gli assaggi di Cioccolato con mandorla di Raffadali, Macaron con crema di cioccolato e mini cannolo siciliano sono perfetti da gustare in abbinamento al caffè che chiude il nostro luculliano pranzo a Il Moro.
Una degustazione davvero magnifica accompagnata dalle narrazioni dei piatti, degli ingredienti e delle storie che hanno portato a quelle proposte rispettivamente da Vincenzo, Salvatore ed Antonella che ci ha proposto anche un perfetto pairing con i vini di piccole e interessanti aziende.
Padroni di casa ottimi che ci hanno fatto sentire proprio graditi ospiti.
Il Moro non è un semplice ristorante dove si mangia molto bene ma è un’esperienza, un viaggio da amici che ti aprono la cucina, la loro casa e il loro cuore!
© Tutte le foto dell’articolo sono scattate da Alireza Mohtashami ed hanno copyright by marcobechi.it
Hai letto i nuovi articoli di One Day Out? Clicca sulle foto per leggere altri articoli: