Prima di tutto faccio una premessa. Io sono un food blogger e comunico con le immagini che amo raccogliere suffragate dai miei commenti. Il “puro panico” ha preso me, ma non solo, anche gli altri colleghi giornalisti a cui, appena giunti al Podere Castellare, l’ecoresort in quel di Pelago, è stato detto che dovevamo spegnere il cellulare e rimanere 3 ore bendati durante la cena che sarebbe seguita organizzata da Kitchen Wishes.
I commenti di tutti sono stati “Ma come facciamo, noi che comunichiamo con le immagini, con le storie in diretta su instagram, su fb a privarci della vista e dello smartphone?” Non ci sono stati ne se, ne ma, imperterrito lo staff del Podere Castellare e di Kitchen Wishes hanno iniziato a bendarci, addirittura prima ci hanno fatto indossare una maschera artigianalmente modificata per stare più comodi
a cui è seguita la fasciatura vera e propria
per arrivare ad essere in perfetto assetto “Blind” ed iniziare il nostro percorso.
Poi, mano sulla spalla, in stile sette nani che si recano in miniera, avvisati degli ostacoli dai nostri vicini, abbiamo iniziato a camminare.
All’inizio c’era un gran vociare, non eravamo soli ma una parte dei partecipanti alla cena, secondo me per scongiurare la tensione dovuta al nuovo status di “non vedenti”, poi piano piano, ci siamo un pò tranquillizzati ed abbiamo iniziato ad usare, nella distilleria, i sensi sopiti annusando e assaggiando cose che non conoscevamo e di cui avremmo saputo solo dopo ma era bello pensare a che cosa stavamo assaggiando.
Abbiamo iniziato con pane carasau croccante, un cucchiaio con hummus di ceci e poi un drink al cocco e gin con miele.
Poi mano, spalla sulla spalla, ci siamo recati nella sala ristorante camminando molto lentamente e scendendo e salendo scale. Non potevamo fare niente, eravamo incapaci di ogni azione e in caso di bisogno dovevamo alzare una mano in modo di avere assistenza.
Ci è stato vivamente consigliato dall’organizzazione di stare in silenzio per percepire tutte le sensazioni e tutti gli stimoli che ci sarebbero stati sottoposti. Io mi sono perfettamente immerso in questo status e aguzzavo le orecchie e il naso per percepire ogni movimento e odore.
Ecco che ci è arrivato nel piatto un crostino con mousse di ricotta al ginepro che praticamente abbiamo palpeggiato impataccandosi un pò ma alla fine siamo stati bravi, abbiamo anche fatto un brindisi scommettendo, all’assaggio, sul colore del vino e devo dire che ci abbiamo dato. Qualcuno non del nostro tavolo, suscitando un grande momento di ilarità ha detto “Si sente dal rumore che fa versandolo nel bicchiere che è rosso!”
Poi è arrivata una scodella da cui dovevamo prelevare qualcosa da toccare, annusare e assaggiare che sarebbe stato il preludio del prossimo piatto
crema di patate con la rosa canina al gin
poi sempre palpeggiando abbiamo mangiato orzotto con base cipolla e pecorino, spolverato di radice di iris, un buonissimo pane caldo alla lavanda con olio e poi
un uovo poché con spinaci in tre modi (crudi, saltati e in crema) e pane fritto al cardamomo.
Per finire il pre-dessert, crumble al rosmarino e cucchiaino di gin e poi creme caramel alla cassia.
In realtà è stata una esperienza molto interessante che consiglio vivamente, una esperienza come quasi uno spettacolo teatrale che avremmo apprezzato di più se ci fosse stato più concentrazione da parte di tutti. Luca ha preferito documentare la serata piuttosto che rimanere fisso a tavola e fruirne da bendato e anche lui si è adoperato per distribuire “profumi” anche se di rosmarino.
Devo dire che al buio i tempi si dilatano ed è stato gratificante raccogliere i rumori, i suoni, la musica, i bisbigli anche se qualcuno parlava dello scorso fine settimana in spiaggia o della programmazione delle prossime vacanze. Siamo troppo abituati a rientrare negli schemi, a volte anche se può far paura, fa bene uscirne e lasciarsi andare per vivere un momento fuori dalle righe e memorizzare meglio tutte le cose che abbiamo odorato come il bergamotto, il coriandolo, i grani del paradiso, il limone, il ginepro, la rosa canina, l’iris, l’angelica, la lavanda, le mandorle amare e il cardamomo.
È quasi difficile dopo ritornare a vedere, riappropriarsi della vista e ripensare a quello che è successo, collegare le voci percepite, i fruscii. Una esperienza fuori dalle righe da fare per conoscere meglio anche se stessi. Un gin tonic con Peter in Florence ha chiuso la bella serata.
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Podere Castellare – Eco Resort in Toscana
Via Case Sparse – Loc. Castellare Pelago (Firenze)
Tel +39 055 8326082
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Scritto da Marco Bechi +393394977937 marcobechi.it@gmail.com
© Tutte le foto dell’articolo sono state scattate da Luca Managlia