Il pieno centro di Firenze, a due passi dal duomo del Brunelleschi si trova un locale parzialmente nascosto in un portone. Si tratta de La Congrega.
Questo strano angolo dell’antica Firenze fu lasciato intatto dal 1800, pare per la sua bellezza nascosta. Era utilizzato come via di fuga o talvolta come in caso di allarme per le famiglie benestanti che risiedevano nelle strade delle arti maggiori, nel caso ci fossero degli invasori, ladri, ecc. Nel 2008 la decisione di Mahyar Sanago Moghadam e Stefania Giani di aprire qui l’attività in questo particolare e pittoresco corridoio che all’esterno da su una pedana esterna con alcuni tavoli. Il nome La Congrega è nato perché una guida raccontò a Mayar e Stefania che il borghetto, congregazione di case torri, nasceva dalle macerie del mercato adiacente al ghetto ebraico. Questo racconto li incuriosì ed allo stesso tempo sembrava che stesse parlando un po’ di loro. C’erano delle similitudini Mahyar di origini iraniane (nel 1800 gli ebrei furono messi nel ghetto perché non facente parte della popolazione di Firenze, quindi erano degli stranieri) nel cuore di Firenze (culla del Rinascimento) avrebbe aperto un ristorante (antico mercato). Ecco il nome La Congrega dove hanno iniziato come bar che offriva piccoli assaggi di cucina iraniana, ampliandolo in seguito al primo piano, con l’attuale Ristorante e che oggi più che mai presta attenzione alla cucina etnica.
Siamo stati accolti molto calorosamente da Mahyar e dalla moglie Stefania che ci hanno raccontato della loro filosofia.
Mahyar, in particolare impegnato a tempo pieno a La Congrega, ha deciso oggi di proporre qui una cucina che va dalla toscana, per accontentare anche i turisti e la gente di passaggio, a quella etnica della sua terra e spesso le ricette sono quelle di casa sua che la madre gli ha insegnato. La cucina persiana è saporita, lunga da preparare, forse poco bella da vedere, in termini di impiattamento, ma sicuramente ricca di sapori e di gusti inconfondibili così diversi dalla cucina italiana.
Quello che abbiamo assaggiato è stato proprio un percorso esperenziale che ha toccato tante sfaccettature della cucina medio orientale basata sull’uso di zafferano, curcuma, cannella, riso, altre spezie e un tocco di acidità che contraddistingue sempre i piatti.
Anche se le abitudini gastronomiche persiane sono diverse da quelle italiane che prevedono un percorso dall’antipasto, passando dal primo, da un secondo piatto con contorno per finire con un dessert, in Iran c’è l’uso di mangiare un solo piatto composto da riso e accompagnato da carne, verdure e legumi. Si possono mangiare anche più portate ma servite tutte contemporaneamente. Mahyar ha cercato di proporre a la Congrega una versione più adatta al pubblico italiano ed ecco dunque il menù suddiviso per specialità che noi abbiamo assaggiato ma che consiglio di mangiare singolarmente magari abbinate all’antipasto.
L’antipasto persiano composto da melanzane affumicate, insalata oloviè, spinaci allo yogurt, insalata Shirazi, humus, dolme e pane. Uno sfizioso insieme di sapori così diversi che stimolano l’appetito.
Piacevolissimo e con quella gradevole nota di acido data dalla melagrana ecco il Giuge Torsh: Riso basmati con spiedo di pollo marinato con melograno.
Un piatto molto tradizionale e appetitoso è l’Adas Polo: Riso basmati, lenticchie, carne macinata, uvetta.
Di solito i piatti sono serviti insieme al Mast o Khiar: yogurt e cetriolo e all‘Insalata Shirazi composta da pomodori e cetrioli.
Una caratteristica dei piatti persiani è che sono sempre serviti con il riso e il Tahchin: riso basmati, zafferano, yogurt, pollo è uno dei più tradizionali e richiesti dai clienti.
Altra portata molto interessante è il Baghali Polo: Riso basmati, aneto, muscolo di manzo, fave.
Il piatto forse più tradizionale, molto difficile da trovare in giro è senza dubbio il Ghorme Sabzi: Riso basmati, fagioli, carne di manzo, erbe aromatiche persiane, che è un pò più difficile da comprendere per la tipologia davvero inconsueta di erbe aromatiche usate che esulano completamente dal gusto europeo. Uno di quei piatti che si amano o si odiano ma che vale la pena assaggiare e solo dopo averlo fatto deciderete se vi piace o meno.
Per finire il più classico dei dessert che sono anche a base di riso e zafferano, in questo caso abbiamo un Gelato persiano allo zafferano
L’accoglienza di Mahyar Sanago Moghadam e Stefania Giani è stata molto cortese. La prossima volta dedicherò le mie attenzioni al piatto che mi è piaciuto di più, ma è veramente difficile decidere quale sarà!
Scritto da Marco Bechi +393394977937 marcobechi.it@gmail.com
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