Paca Ristorante Gourmet a Prato
Oggi la connotazione della ristorazione toscana assume sempre più, a volte più ideologicamente che strutturalmente, quell’aspetto ricercato ed eccentrico che trova perfettamente casa da Paca Ristorante Gourmet a Prato.
La storia
Paca Ristorante Gourmet è situato quasi nel centro di Prato, vicino a piazza San Marco.
L’ambiente interno è sobrio e modernamente essenziale sui toni color sabbia e reso più brillante dalle macchie di colore dei quadri che si alternano esposti dall’artista del momento.
La cucina è molto curata e con lo stesso menù, quando le condizioni di legge lo permettono, sia a pranzo che a cena.
In questo momento è in funzione il “Paca a casa tua” un box delivery o take away che permette di gustare alcuni piatti direttamente al vostro domicilio.
Noi lo abbiamo provato appena prima di entrare in zona arancione e dunque tutto quello che scriviamo vi deve solo far venire voglia di andarci appena sarà possibile.
Il menù
Al Paca, oltre al menù alla carta, che sconsigliamo perché troppo limitativo, a meno che non vogliate assaggiare uno specifico piatto, potrete provare tre tipologie di percorsi degustativi per l’intero tavolo scelti dallo chef:
- breve – composto da sei piatti sia senza vino che con quattro calici di vino abbinati;
- medio – composto da otto piatti sia senza vino che con cinque calici di vino abbinati;
- lungo – composto da dodici piatti sia senza vino che con sei calici di vino abbinati.
Noi abbiamo scelto il percorso medio ed ecco quà una selezione di quello che abbiamo assaggiato.
Abbiamo iniziato con i grissini tirati a mano, la focaccia con farina tipo 0 e semola rimacinata di grano duro, i crackers con farina integrale rimacinata a pietra e semi di sesamo bianchi e neri con chips di patate arrosto con l’olio evo di Quarrata addensato e reso spalmabile. Tutte le farine sono del Molino Bardazzi di Vaiano (PO).
Le entrée
È arrivato poi il cocktail, uno spritz invecchiato in cantina in una botte di ginepro, preparato con i prodotti dell’Opificio Nunquam di Tavola (PO).
In accompagnamento una testa fritta di gambero rosso, cuscino di pane al nero di seppia con mousse di robiola, zenzero e bottarga di ombrina, finta oliva ripiena di parmigiano 36 mesi, nocciole e liquirizia, glassata con gelatina di olive nere, torroncino di fegatino di pollo, pistacchio, mandorla e cioccolato fondente.
Per finire nel guscio d’uovo uno spuma di pecorino delle balze volterrane e polvere di funghi Shiitake.
Un inizio interessante e sfizioso che ci dà grandi aspettative.
Ecco che segue un amuse-bouche: tre consistenze di ceci, vellutata, acqua faba e corn flakes. Interessante nel gusto e nelle texture.
Gli antipasti
Con il Carpaccio di capasanta, terra di porcini e ravanelli iniziano gli antipasti. Un fiore leggiadro da mangiare che ci stupisce per la freschezza e gradevolezza e che ci incuriosisce.
L’Astice, pepe verde e cardo gobbo è un piatto pieno di vigore e sapidità che interpreta il crostaceo per eccellenza in maniera grintosa e dirompente.
I primi piatti
I Ditalini di farro “Monograno Felicetti”, polpo alla paprika e patate affumicate fanno pensare ad un giorno in inverno riscaldato dalla piccantezza del pomodoro stufato dove emergono evidenti le note affumicate della crema di patate. Un piatto piacevole ed equilibrato.
I Tortelli di maialino da latte, cipolla rossa di Certaldo e bisque di gamberi rossi hanno un gusto molto netto e sapido perfettamente in linea col percorso degustativo scelto decisamente, sia sui toni gustativi che cromatici, autunnali ed invernali.
I secondi piatti
Il Sushi del Chianti, reso croccante dalla veloce piastratura del guanciale di maiale grigio contenente una carne battuta al coltello di chianina, di ottima qualità, della macelleria Tozzetti di Mercatale Val di Pesa (FI) ed accompagnata da gel di peperoncino verde piccante e mosto cotto del Podere Campriano di Greve in Chianti (FI).
La Guancia di vitello, radicchio trevigiano e latte di cocco, ben confezionata e servita mostra nella sua essenzialità tutto il carattere di questa rivisitazione di uno dei più classici piatti.
I dolci
Eccoci al Predessert con gelée al melograno, crumble alle noci ed una meringa ghiacciata alla rucola, polvere di pompelmo disidratato. Freschezza e pulizia della bocca assicurata.
Il Pop corn, caramello, arachidi e yogurt è curioso, ben studiato e proposto in piacevole sequenza che armonizza e completa tutte le sue sfaccettature gustative. Un dessert divertente e di ottimo livello.
Egualmente piacevoli e d’impatto gustativo sono stati anche les petits fours che hanno concluso questo pasto che ci ha fatto scoprire talenti a Prato che non conoscevamo.
Adesso purtroppo bisogna aspettare che il Paca riapra, ormai immagino con il menù estivo. Questo mi sembra un’ottima occasione per andare a trovarli di nuovo ed assaggiare che cosa si inventeranno stavolta.
La cucina dello chef Niccolò Palumbo che abbiamo provata, abbinata al pairing con i vini scelti dal sommelier Marco Tirinnanzi, è evocativa ed i piatti sono generalmente strutturati e ben definiti.
I toni cromatici caldi e scuri ricordano la stagione fredda così come i richiami gustativi che sono intervallati da nuance di spezie orientali e di erbe aromatiche toscane.
Paca
Via Frà Bartolomeo, 13 Prato PO
Tel. +39 0574 182 0222
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Scritto da Marco Bechi +393394977937 marcobechi.it@gmail.com
© Tutte le foto dell’articolo sono scattate da Alireza Mohtashami ed hanno copyright by marcobechi.it