(Tutte le foto dell’articolo sono di Alireza Mohtashami)
L’architettura urbana ha dato vita a Firenze a l’Architettura del Cibo
Il capoluogo toscano raccoglie una miriade di ristoranti e strutture sia nel pieno centro storico che nelle sue immediate vicinanze, a Le Cure in un ridente giardino l’architettura urbana ha dato vita a Firenze a l’Architettura del Cibo.
Il ristorante è stato letteralmente creato all’interno di quello che fu il giardino privato già nel nei primi dell’800 del marchese Tommaso Gargallo da Siracusa.
Il marchese era un grande letterata che conobbe tra gli altri M. Cesarotti, G. Parini, V. Alfieri, dei quali comprese subito il valore sia sul piano artistico sia su quello etico.
L’architettura
La struttura senza stravolgerne troppo l’idea originale, è stata ideata come una serra, principalmente in vetro e metallo.
Al centro della sala da pranzo, quasi fosse una colonna, sorge un tronco di un tiglio di 50 anni, mentre la cucina a vista accoglie di lato un leccio di 150 anni che si erge maestoso.
Con la bella stagione le innumerevoli porte si aprono ed il fuori diventa un tutt’uno con l’interno dando proprio l’idea di essere in giardino.
Una costruzione architettonica indubbiamente inusuale che stupisce e rapisce allo stesso tempo per l’idea accogliente e inedita dalla moltitudine di punti luce pendenti dal soffitto e dalle poltrone colorate e comodissime.
Lo chef Giuseppe Papallo
Alla guida di Architettura del Cibo c’è lo chef Giuseppe Papallo metà friulano e metà calabrese che coniuga in cucina la sua provenienza o alla tradizione toscana per dar vita ad una cucina fatta di sapide interpretazioni.
Giuseppe è il sesto figlio di due ristoratori, con tutti i fratelli e le sorelle che operano nel settore.
Ancora giovanissimo ha iniziato a lavorare al Colombaio a Casole d’Elsa, all’ombra di Vincenzo Di Grande, poi è passato al St. Regis di Firenze e da lì è stato chiamato a Rai1 alla Prova del Cuoco con Antonella Clerici.
Giuseppe fa ritorno poi nel capoluogo toscano lavorando prima al Golden View, poi a Villa Tolomei a Marignolle e infine come docente alla scuola Lorenzo de’ Medici.
Nel 2016 parte una collaborazione con la famiglia Cecchi, proprietaria dell’hotel Astro Mediceo, una villa di fine Ottocento in via Fra’ Bartolommeo.
Qui, dove la figlia dei titolari Ylenia si occupa della parte architettonica pur senza disdegnare lo sviluppo del lato gourmet, Giuseppe inizia a curare la parte food & beverage dell’albergo.
Il progetto si è definito meglio nel maggio 2018 con l’apertura dell’Architettura del Cibo.
Oggi le sue proposte sono: A mano libera, Architetture marine e Architetture della terra.
Ecco la mia sintetica analisi complessiva ed oggettiva sul ristorante contestualizzandone la tipologia:
Noi abbiamo assaggiato:
Il benvenuto dalla cucina
Il pane, il burro e il lardo in forma di candela da mangiare col pane
Antipasto
L’insalata cotta al barbecue con maionese all’aglio, crema di pomodorino rosso arrostito con crumble di olive e pane.
La riabilitazione della lattuga servita per iniziare, il condimento la valorizza e la eleva al ruolo di un grande antipasto.
Le animelle di vitello al barbecue servite con un fondo bruno di manzo, spuma di carciofo e carciofo morello fritto.
Un gradevole tocco di affumicato contraddistingue questo piatto che si esprime in maniera esemplare.
Primi piatti
Il risotto Acquerello Rondolino con ortica, aringa affumicata e crème fraiche.
Il tocco di affumicato, che contraddistingue lo chef, stavolta è dato dall’aringa, un piatto tendenzialmente sapido.
I Cappelletti fatti a mano con patè di piccione hanno una notevole spinta di sapore data dal ripieno ed avvalorata dal dragoncello e dalla liquirizia.
Un piatto di spessore da ricordare.
Le Cipolle ramate di Montoro cotte sotto cenere con spuma di patata bianca, fondo di cipolla di Certaldo e carta cipolla.
Piatto cult dello chef è una idea che nasce dall’utilizzo di ogni parte del vegetale proposto in più modi compresa la cialda croccante.
Dessert
La Tarte au Citron è una chiusura pasto di notevole spessore gustativo e dal grande equilibrio.
La golosità fatta torta.
Per chiudere ecco Le Petit Four che accompagnano il caffè.
Una cena di spessore ben definito sia dalla sapidità che dall’affumicatura presente quasi in tutti i piatti come una “firma” a contraddistinguere le portate costruite dallo chef Giuseppe Papallo per la sua Architettura del Cibo.
Ristorante L’Architettura del Cibo
Via Fra Bartolomeo 58, Firenze
Telefono +39 055 574654
© Tutte le foto dell’articolo, se non diversamente indicato, sono scattate da Alireza Mohtashami ed hanno copyright by marcobechi.it
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