Era tanto che ne sentivo parlare ma nei miei continui pellegrinaggi tra i ristoranti fiorentini e non solo non avevo ancora avuto l’occasione di provare il Cestello Ristoclub. La fama che lo precede crea un’aspettativa e dunque in realtà si è rivelato un locale di livello alto con la possibilità di cenare sia fuori nel dehors che nelle tre sale interne, l’una diversa dall’altra, e di poter scegliere dal menù degustazione piuttosto elaborato, dalla carta oppure dal bancone refrigerato di fronte alla cucina, dove fa bella mostra di se un’altissima qualità di pesce.
Cenare di fronte a tanta bellezza è suggestivo così come lo è in generale il locale dalle comode sedute imbottite o nei divanetti avvolgenti. Le luci sono soffuse e il servizio discreto così come la proprietà e la direzione, le stesse di Locale, sempre presenti ma che preferiscono rimanere da parte e valorizzare i propri collaboratori.
Le specialità del Cestello Ristoclub non è solo il ristorante ma anche il bar e con esso i cocktail eseguiti dal bartender Alberto Parlapiano che possono essere usati per iniziare o come bevanda food pairing durante tutta la cena. Mi viene servito per iniziare l’Elisir di Caterina, gradevole e leggermente amaricante, un ottimo inizio.
Il merito e la creatività del menù e della qualità della cucina vanno allo chef Gabriele Rastrelli e al suo staff che dirige con grande attenzione.
Gabriele Rastrelli è fiorentino ed ha acquisito la passione sin da bambino seguendo l’esempio dal nonno che era chef . Ha iniziato facendo diversi stage e poi esperienze in Calabria, Francia ecc. e poi a Firenze dove ben dal 2009 si trova al Cestello Ristoclub. Una grande evoluzione nella sua cucina che è cresciuta col tempo e con le richieste del pubblico che, da cliente affezionato, frequenta il Cestello con regolarità. Ecco dunque la voglia e la curiosità di far assaggiare sempre qualcosa di nuovo. Cestello non è solo pesce ma anche carne e in 23 anni di esperienza di cucina ormai è facile passare da un ingrediente all’altro. Alla domanda quale piatto ti da più soddisfazione di più Gabriele ha risposto: “Indubbiamente trasformare il pesce per i secondi perché ho la possibilità di mostrare la complessità del piatto e degli ingredienti che lo compongono.”
Un piacevole Asian Mule per continuare con l’amuse bouche: Finto pomodoro con panzanella, gel di anguria e zenzero.
Continano gli amouse bouche con: Macaron con mousse di pesce su base di guacamole e polvere di pomodoro.
Iniziamo con le tartare per apprezzare le note del mare: King Crab, tartare di tonno, tartare di scampi, cevice di ombrina e foies gras con pan brioche. Tutti assaggi di carattere e dalle tenui sfumature che scivolano e si amalgamano con le varie e proposte con delicate note gustative.
Nella sua proposta da solo il King Crab ha dimostrato tutto il suo carattere e la sua golosità.
Il Baccalà in infuso di zenzero, Latte di Cocco e spinaci è un piatto inconsueto con un baccalà di ottima qualità in cui la nota predominante è stata tendenzialmente dominata dal dolce del latte di cocco.
I Gamberi all’arancia sono un grande piatto in perfetto equilibrio gustativo in cui si esaltano a vicenda gli ingredienti che compongono il piatto rendendolo piacevolissimo.
La Pancia di maialino, birra e cardamomo è davvero un piatto divertente, saporito che è pervaso da varie note sia dolci che salate in perfetta sincronia.
Il Cappellaccio Black di Cernia e pomodori del Piennolo è un piatto in cui si esprime l’essenza del pomodoro e del pesce, è fresco e leggero e le note del pomodoro raccontano l’estate.
Il Troccolo con Tataky di Razza al profumo di Patanegra ha un sapore molto deciso in questa interpretazione in cui la “burrosità” del Patanegra avvolge la razza e si mescola alla pasta che ne risulta così adeguatamene condita.
L’Ombrina, funghi, caffè si presenta come una portata dal sapore intenso e di carattere, sapidità e grandi sensazioni nel palato in cui si mixano gli ingredienti ben assemblati.
Dolce l’uovo è un dolce davvero per gli amanti del dolce in cui la croccantezza del crumble si sposa con la mousse creando un intrigante equilibrio comunque tendenzialemente dolce.
Lampone e lampone risulta fresco e acido con le diverse consistenze di lampone.
Il menù che ho degustato, quasi per la totalità di pesce, contiene tutte pietanze molto elaborate con elementi diversi che fanno risultare i piatti di grande complessità aromatica e gustativa. Alla mia domanda se questa fosse la linea di principio del Cestello lo chef ha risposto:
“Questo ristorante è molto particolare e diverso da tutti gli altri perché abbiamo il menù guida che segue le tendenze del menù gourmet e che ha la mia impronta creativa ma poi abbiamo il banco che è un fresh fish market e di conseguenza il cliente può recarvisi e scegliere insieme al personale come voler cucinare il pesce e dunque può tranquillamente decidere di consumarlo crudo, all’isolana, al sale, all’acqua pazza o come ognuno desidera sia come antipasto, primo o secondo. Questo non è scritto sul menù ma è compito del personale portarlo a conoscenza dei clienti che lo apprezzano molto.”
Questo mi ha incuriosito molto e mi ha fatto venire la voglia di tornarci per conoscere l’altra faccia del Cestello Ristoclub, quella più naturale, in cui mangiare uno spaghetto alla vongole da manuale o una goduriosa catalana di crostacei.
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Ristorante Cestello
Piazza del Cestello 8, Firenze
tel. +39 055.2645364 info@cestelloristoclub.com
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Scritto da Marco Bechi +393394977937 marcobechi.it@gmail.com
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