Filiera del pomodoro, la Regione vuole un distretto toscano. Speriamo presto!

Filiera del pomodoro, la Regione vuole un distretto toscano.

La Regione Toscana è impegnata a promuovere la nascita di un distretto del pomodoro toscano per sostenere e sviluppare una realtà fondamentale dell’agricoltura e dell’intero sistema produttivo regionale, ma che versa in grave situazione finanziaria soprattutto sul fronte della trasformazione del prodotto.

È il messaggio che il presidente della Regione ha consegnato qualche giorno fa a Venturina Terme, nel corso di un convegno sul tema organizzato dalla Cisl Livorno, ad agricoltori, lavoratori agricoli e ai rappresentanti di Italian Food Gruppo Petti, principale operatore nella zona del settore della trasformazione.

 

Il presidente ha annunciato che presto tutti gli attori coinvolti saranno convocati per una riunione a Firenze: l’obiettivo è dare impulso alla costruzione di una filiera che porti alla conclusione di contratti con gli agricoltori. L’Amministrazione regionale – ha aggiunto – è disponibile a lavorare perché siano assicurate garanzie finanziarie a tutela del processo produttivo nonché a verificare la possibilità di finanziamenti a questo segmento del settore agricolo.

Al convegno ha partecipato anche l’assessore regionale all’agricoltura, che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza, innanzitutto, di lavorare per per raggiungere un punto di equilibrio tra tutti protagonisti di questa filiera. Occorre rafforzare chi fa produzione primaria, valorizzare il ruolo della O.P. Asport, garantendo inoltre la riscossione di quanto conferito dai produttori, e insieme trovare un punto di equilibrio rispetto al prezzo della materia prima, puntando a migliorare sia processi quantitativi che qualitativi del prodotto. Pagamenti certi, prezzi in equilibrio, qualità: sono questi, ha concluso, i cardini del progetto su cui lavorare.

Ed io non posso che aggiungere che quello della Regione Toscana è un bellissimo atto teso allo sviluppo dell’economia della Toscana ma anche un ulteriore passo avanti nella qualificazione del prodotto che, speriamo, lo renda più remunerativo per chi lo produce. Personalmente credo che, avendo la garanzia che il pomodoro (ma vale per tutti i prodotti agroalimentari) sia di sicura origine, i consumatori, oggi più sensibili e anche più vicini al biologico, siano ben disposti  a spendere anche di più per mangiare meglio.

Occorre un’occhio attento mentre acquistiamo quello che mangiamo, sempre di più dobbiamo leggere le etichette e diffidare comunque dei prezzi troppo bassi che promuovono cibi che ci avvelenano. A me non interessa il pomodoro conservato bello rosso ed economico fatto con concentrati provenienti dalla Cina oppure mangiare un pomodoro tutto l’anno fatto crescere in serra e che sà di plastica. Riappropriamoci delle stagionalità e mangiamo i prodotti quando è il loro tempo. Io voglio un prodotto saporito e genuino senza pesticidi che non mi faccia male quando lo mangio e che magari renda sostenibile il lavoro di chi lo produce. Questo è l’argomento su cui mi piace porre l’attenzione.

Marco Bechi +393394977937 marcobechi.it@gmail.com